Erminia Romano e L’EREDITÀ DELLE DONNE

 

Erminia Romano a L’EREDITÀ DELLE DONNE-cartellone Off in programma a Firenze dal 24 al 26 novembre 2023 e on line 

                                                                          

                                                            

 

Un Festival in cui le donne prendono spazio, sono protagoniste, mostrano i propri talenti, fanno sentire la voce, le idee. Ecco L’EREDITÀ DELLE DONNE con focus sulle “madri della patria”. Tutti, dice la proposta, conoscono i "padri della patria", ma LE MADRI? Le donne che hanno inciso nella storia, nel costume, nell'arte, nella cultura?

Tre giorni dedicati alla scoperta di volti, storie, creazioni, per dire al mondo che essere donna è un valore degno di attenzione e rispetto al di là delle funzioni riconosciute normalmente dalla società, dalla cultura, dalle religioni e per reagire a chi vuole fare della donna, ancora oggi (!), solo un oggetto di possesso e ne minaccia la vita.

Alle serate dal vivo in teatro la direzione artistica di Serena Dandini ha affiancato il cartellone OFF, una serie di iniziative che allargano lo spazio ad altri siti, all’on line, a luoghi lontani, per rendere ancora più ricco e polivalente il momento dedicato. E qui si colloca il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la diretta Facebook dalle 16 alle 17 su Erminia Romano, pianista fin da giovane che negli anni Cinquanta non si accontenta di emergere come pianoforte solista ma vuole farsi largo in una delle più impenetrabili roccaforti maschili della musica: il podio direttoriale. Di famiglia dichiaratamente fascista, negli anni Quaranta vive di nascosto una storia d’amore con un ardente futuro partigiano e diventa anche lei partigiana dedicando con generosità e fierezza le sue energie prima alla lotta clandestina poi alla ricostruzione del Paese massacrato dalla guerra e dalle clausole dei Trattati Internazionali che lo hanno dichiarato perdente. Solo la Resistenza, riconosciuta come valore di lotta al fascismo, permise all'Italia sconfitta di creare da sola - a differenza degli altri sconfitti - la propria Costituzione. 

Erminia conosce l’inglese, il francese, il tedesco, ha un’enorme cultura classica, eloquio affascinante, qualità e competenze che la rendono subito preziosa in quegli anni in cui tutto era da fare. E viene chiamata a organizzare incontri, a promuovere lo sviluppo sociale ed economico di una popolazione desiderosa di ricominciare tutto in modo nuovo soprattutto nel negletto mondo femminile. Si sposa anche, nascono quattro figli.

Un giorno, la vocazione artistica, messa da parte per essere “madre della patria” e anche semplicemente madre, si fa avanti prepotente e lei riprende gli studi musicali. Arriva dove nessun’altra musicista italiana in quel tempo arriva: al diploma di direttore d’orchestra alla prestigiosa Accademia Nazionale di Santa Cecilia dopo aver frequentato i corsi estivi dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena. Inizia un cammino professionale irto di ostacoli e costellato da successi ma anche da umiliazioni. Erminia sperimenterà amaramente sulla propria pelle la violenza morale contro l’essere donna in un mondo che ne rifiuta la valorizzazione. Eppure, facendo appello alla tenacia e alla passione, il suo diventa un percorso che fa saltare tutti i pregiudizi sulle donne musiciste, un percorso di artista, di direttore d’orchestra, di docente al Conservatorio di Santa Cecilia e all’Università di Salerno. Dirige le più grandi orchestre italiane e fa lunghe tournée all’estero. Scrive molto Erminia, riflette, ragiona sulla musica e sulla società con uno stile impeccabile e scrive anche del suo Maestro, il compositore Alfredo Casella, e del suo amico, il direttore d’orchestra Guido Cantelli. Programma per la Rai numerose stagioni concertistiche, elabora edizioni critiche di opere di autori dei secoli passati, propone arditamente l’ascolto di musiche di compositrici immeritatamente semisconosciute, si appassiona alla musica contemporanea e a quella elettroacustica. Una donna eccezionale, di cui andare fieri.

           

Napoli 1975, Teatro San Carlo, con l’Orchestra Sinfonica “Alessandro Scarlatti”

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