ERMINIA ROMANO: una vita per la musica- dal pianoforte alla direzione d'orchestra
Erminia Romano, nata a Roma il 28 novembre 1921, è una figura di spicco nel panorama musicale italiano del Novecento. Sposata con Antonio Tatò, futuro collaboratore e influente consigliere di Enrico Berlinguer, ebbe quattro figli.
La sua carriera musicale iniziò in giovane età con lo studio del pianoforte sotto la guida di un illustre maestro come Artalo Satta e proseguì con il perfezionamento con il famoso caposcuola del pianismo moderno Alfredo Casella. È proprio con la suite dall’opera La donna serpente di Casella che nel 1959 Romano dimostra l’alto livello della sua tecnica direttoriale regalando al pubblico un’impresa rara e prestigiosa.
Fino
a quel momento, il suo percorso musicale era proseguito con lo studio della
musica d’insieme con Guido Agosti e i corsi di direzione d’orchestra alla Accademia
Chigiana di Siena con il direttore olandese Paul van Kempen. Erminia fu una
delle poche donne a partecipare a quei corsi insieme all’italiana Carmen
Bulgarelli Campori. Poi, unica tra loro, proseguì gli studi perfezionandosi in
direzione d’orchestra con l’illustre Maestro Fernando Previtali all’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia.
Un
episodio significativo di quegli anni alla Chigiana avvenne durante un corso di
direzione d’orchestra e fu riportato dalla stampa: Erminia dimostrò la propria
competenza fuori dall’ordinario dirigendo la Quinta Sinfonia di Beethoven, il
cui attacco era notoriamente difficile, e riuscendo là dove tutti gli altri avevano
fallito. Ricevette l’elogio del maestro Van Kempen.
La
sua formazione si era estesa anche all’armonia, alla composizione e giunse
anche allo sperimentalismo elettronico con Franco Evangelisti. Ebbe proficui
contatti con musicisti innovatori dei linguaggi musicali come Luigi Nono,
Goffredo Petrassi e Vieri Tosatti dei quali diresse poi alcune rare composizioni.
Compositrice ella stessa, alcuni suoi brani sono inediti.
Dotata di un ricco repertorio classico (Mozart, Beethoven, Brahms, Mahler, ecc.) per oltre venti anni ha diretto le migliori orchestre italiane in famosi teatri, come il La Fenice di Venezia e il San Carlo di Napoli, spesso sotto le telecamere della Rai che ne trasmise frequentemente i concerti. Al Teatro La Fenice diresse in prima esecuzione assoluta il Concerto per orchestra di un giovane Ennio Morricone.
Erminia Romano fu anche didatta e insegnò al Conservatorio di Santa Cecilia e all’Università di Salerno. Si distinse anche come scrittrice e studiosa di autori dei secoli passati, come il settecentesco Egidio Romualdo Duni di cui revisionò l’opera comica in due atti L’isola dei pazzi.
Nel 1965 diresse l’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma in un concerto costituito soltanto da composizioni di musiciste e trasmesso dalla Rai, una novità che ebbe una grande successo anche di critica e fu replicato più volte. Una giovane Marcella Crudeli, agli albori di una carriera prestigiosa e definita da Romano già allora una “virtuosa del pianoforte”, era il pianoforte principale di un brano. Ancora musiche composte da donne furono il tema di una conferenza-concerto tenuta nel 1967 per mettere in risalto il contributo delle donne alla creazione musicale.
Recatasi
più volte in tournée all’estero, diresse con grande successo in molte capitali e
città europee non solo concerti sinfonici ma anche uno spettacolo di balletto.
La
critica musicale riconobbe il talento e la competenza di Erminia Romano
annoverandola tra i nuovi direttori di spicco del suo tempo a fianco di figure
come Riccardo Chailly e Nicola Samale. Occorre però aggiungere che la novità
che Romano rappresentava ha indotto a volte qualche critico a calcare la mano
sul suo essere donna piuttosto che sul suo talento musicale di maestro
concertatore e direttore, a parlare piuttosto del fenomeno della novità femminile
che non del suo stile direttoriale, un aspetto sociologico che ancora oggi va
abbastanza di moda e che è più corretto ignorare.
La
carriera di Erminia Romano, ricca di successi ma anche irta di ostacoli, è un
esempio di eccellenza e di innovazione nel vasto campo della musica classica
che aspetta di essere riscoperto.
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