Inedito studio a livello mondiale sulla relazione tra VIOLENZA SUBITA e SALUTE DELLA DONNA

 



      Università di Padova: un’équipe ardimentosa sta muovendo dei passi significativi, coraggiosi e inediti a livello mondiale, nell’ambito delle neuroscienze, le discipline che esplorano la complessa relazione tra il sistema nervoso centrale, il nostro comportamento e il resto dell'organismo, per circostanziare scientificamente il collegamento fra comportamenti socialmente noti quali la violenza domestica subita dalle donne da parte del compagno/marito e il praticamente sconosciuto sviluppo di malattie fisiche e mentali nelle vittime di tale violenza. Si tratta di violenza non solo fisica ma anche psicologica ed entrambe colpiscono alcune aree specifiche del cervello bloccandone alcuni funzionamenti con risultati carichi di conseguenze sullo stato di salute della vittima: si parla non solo di percosse e di imposizioni sessuali ma di tutta una gamma di comportamenti aggressivi e coercitivi che, nei casi di separazione, arrivano fino al ricatto economico. Come effetti sul piano della salute fisica e mentale si parla di varie forme di tumore, di malattie cardiovascolari, di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e, anche, di morte prematura.

 Progetto «Wish»: come la Violenza Domestica Influenza la Salute Fisica e Mentale delle Donne

        Nel lavoro al progetto, unico a livello mondiale, si sta scoprendo per deduzione che il nesso, non essendo immediato, non è facilmente intercettabile da parte delle stesse vittime: possono passare anche dieci e più anni dalle drammatiche esperienze vissute e, forse, terminate. In particolare, un aspetto molto difficile da dimostrare ma che si sta presentando con evidenza, è il risultato dello stress psicologico prolungato. Gli studi, innovativi e densi di prospettive chiarificatrici, sono solo agli inizi e pertanto non possono essere ancora trasmessi alla società e alla consapevolezza culturale collettiva. Il progetto si chiama «Wish».

“La violenza colpisce l'asse degli estrogeni che proteggono il corpo femminile” dice lo psicologo clinico Jacopo Agrimi, 36 anni, laurea in psicologia clinica a Pisa, dottorato in medicina alla Scuola Superiore Sant'Anna, post dottorato negli Stati Uniti alla Johns Hopkins University di Baltimora presso il laboratorio del professor Nazareno Paolocci. Agrimi è alla guida di un innovativo progetto di ricerca medica iniziato a Baltimora e ora condotto dall'Università di Padova insieme ad altri 16 colleghi di cui 8 sono colleghe. Gli studi per ora sono effettuati su modelli animali ma se venissero confermati sugli esseri umani, come in genere accade, si dimostrerebbe che la violenza fisica e psicologica di un compagno intimo può alterare in modo permanente l’equilibrio ormonale di una donna, causando danni irreversibili alla sua salute. 

Il tempo che intercorre fra la violenza subita e l'insorgere della malattia può essere molto lungo, dieci anni e oltre: per questo la relazione fra il momento della violenza e quello del manifestarsi della malattia è passato inosservato. Da ora, non più.



Dati Istat: 9 donne su 10 hanno subito violenza psicologica, fisica o economica, durante la pandemia Covid-19

       Durante la recente pandemia e i conseguenti provvedimenti di confinamento domestico, dati Istat indicano che la paura delle donne per la propria incolumità ed eventualmente per quella dei figli è aumentata: appena finiti i provvedimenti costrittivi, le denunce di violenza subita nel periodo Covid-19 sono tornate ai livelli precedenti dimostrando che la "diminuzione" dei reati in realtà era prudenza nell'effettuare la denuncia. Nei due anni di restrizioni legislative da Covid-19, cioè il 2020 e il 2021, l’Istat riporta, a norma della legge del 2022 che obbliga il monitoraggio periodico della violenza sulle donne, che la storia di violenza vede nove donne su 10 segnalare di aver subito violenza psicologica, il 67% violenza fisica e il 49% minacce, il 38% violenza economica. I racconti descrivono il perpetrarsi di più tipologie di violenze combinate: sono solo il 16,3% quelle che hanno subito un unico tipo di violenza mentre il 10,5% ne ha subite più di quattro. Le associazioni più frequenti tra i diversi tipi di violenza sono: violenza fisica e violenza psicologica (13,5%); violenza fisica insieme a minacce, violenza psicologica ed economica (11,1%); violenza fisica con minacce e violenza psicologica (11%). Inoltre, la violenza psicologica continua, nel caso delle separazioni, con il tormento del ricatto economico. Qui, continua l’Istat, vengono in soccorso le strutture di sostegno per la donna e i figli. Poche, ma ci sono.

Stress Prolungato e Disparità di Genere: Gli Effetti della Violenza Psicologica sulle Donne nel Mondo Professionale        

    La ricerca, tuttavia, non si ferma al chiuso spazio domestico e sta ampliando il campo d’azione di quest’ultimo tipo di violenza, quella psicologica, all’ambito professionale dove le situazioni di stress prolungato per la donna possono essere continue a causa delle diffuse dinamiche della disparità di genere (opportunità di carriera, differenza di stipendio e altro). Un ambiente professionale, specialmente uno di alto livello, particolarmente geloso delle proprie prerogative e, comunque, ostile alla sfida della presenza femminile competitiva, il carattere misogino o comunque svalutativo di alcuni comportamenti o provvedimenti attuati nel chiuso di una struttura lavorativa, possono creare una situazione di stress prolungato che sembra “normalità” ma che non lo è e di cui, tuttavia, a volte le donne sono consapevoli: “bisogna essere più brave il doppio di un uomo” è il succo di molte affermazioni che sentiamo dire.

      Mi domando cosa possa succedere, o sia successo, al funzionamento del sistema nervoso centrale di una donna dalla vocazione professionale irrinunciabile se alla violenza fisica e/o psicologica in ambito domestico e alle sue propaggini in caso di separazione si sommasse quella di stress prolungato in ambito professionale. Me lo domando ma non oso formulare una risposta articolata. 

Però una mi viene subito alla mente: una vita d’inferno.


    Ma oggi la situazione, si può dire per approssimazione, è rose e fiori rispetto al passato. Il mio pensiero corre ai decenni trascorsi, ai secoli passati, alle “isteriche” del primo Ottocento, alle donne messe in “cura” psichiatrica ancora nel Novecento. E non avevano alcuna possibilità di sostegno sia di persone che di ambienti.

Questi studi, se confermati per gli esseri umani come si è già cominciato a fare in collaborazione con un centro anti-violenza di Milano, avranno un impatto enorme su un tema completamente trascurato dalla scienza ufficiale ma, nel frattempo, stanno gettando una luce inedita su un fenomeno sotterraneo che era solo percepito e che mai è stato dimostrabile.


https://youtu.be/deRmOEwlUC4?feature=shared

Fonti:

      iScience: Volume 27, Issue 9, 20 September 2024, 110585, Jacopo Agrimi Reiterated male-to-female violence disrupts hippocampal estrogen receptor β expression, prompting anxiety-like behavior

-                            Università degli Studi Padova, Progetto Wish

-    -                      Jacopo Agrimi, il ricercatore che studia la relazione tra violenza domestica e salute delle donne

 di             di  Eleonora Chioda, La Repubblica.it, 1 settembre 2024

-                            ISTAT, Focus – Violenza sulle donne e Speciale Covid-19


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